Al margine nord tra le provincie di Verona e Vicenza, proprio ai confini con il Trentino si ergono le Piccole Dolomiti che, assieme al Massiccio del Pasubio, costituiscono le Prealpi Venete Occidentali.Splendide montagne, che alle loro sorelle maggiori, le Dolomiti, invidiano solamente l’altezza: la cima più alta, cima Carega,raggiunge solamente, si fa per dire, i 2259 metri, un’altitudine da cui si parte normalmente per salire sulle grandi vette delle Dolomiti.Le possenti torri rocciose, le guglie, i pinnacoli, le profonde e selvagge incisioni nei fianchi della montagna, la vegetazione caratteristica e le difficoltà alpinistiche sono del tutto simili a quelle che tanto hanno reso celebri le Dolomiti nel mondo.Già nel 1907, in un suo scritto, il grande alpinista Antonio Berti parlava, riferendosi al monte Baffelàn, di vetta che appartiene alle “Dolomiti di Schio”; qualche anno più tardi un altro grande della montagna, Francesco Meneghello, si riferirà alle “Dolomiti di Recoaro”. Sarà nel 1925 che lo stesso Meneghello, sulla Rivista Mensile del C.A.I, trattando delle montagne della zona, adotterà ufficialmente il termine “Piccole Dolomiti”.

La catena delle Piccole Dolomiti è una dorsale rocciosa  caratterizzata da una marcata asimmetricità dei versanti, con pareti ripide e forti dislivelli su un lato e versanti più uniformi, dolci e moderatamente inclinati, sull’altro. Si sviluppa da sud-est a nord-ovest nel senso della lunghezza per circa una trentina di km (tra il colle del Basto e Rovereto), mentre in larghezza (nel tratto di maggior estensione tra il passo Pertica e il passo Pian delle Fugazze) i km sono una decina. Le Piccole Dolomiti si ergono a nord tra la Vallarsa e la val di Ronchi, idealmente collegate tra loro dalla val Lagarina tra Rovereto ed Ala, mentre a sud i contorni si identificano nell’alta val d’Illasi (Progno d’Illasi), nella val Chiampo, nella valle dell’ Agno ed infine nell’alta val Leogra. Il Pian delle Fugazze separa a nord-est le Piccole Dolomiti dal Pasubio, mentre il passo Pertica le divide, a sud-ovest, dall’altopiano dei Lessini. Alcuni valichi, percorsi da sentieri o da mulattiere, dividono le Piccole Dolomiti in quattro zone ben identificabili, da sud a nord: – la catena delle Tre Croci; – il gruppo del Carega, (con le ulteriori suddivisioni del Nodo centrale, del Fumante e del Cherle); – il Sengio Alto; – il gruppo di monte Zugna, tra il passo Buole e Rovereto. Il Gruppo del Carega è attraversato dal: – Sentiero Europeo E5 Lago di Costanza-Verona; – Sentiero Europeo E7 Portogallo-Romania.

Il gruppo del Carega è formato da vari sotto gruppi e il Nodo Centrale fa un po’ da ponte tra questi, in esso troviamo anche le cime più elevate del gruppo con cima Carega a 2259 m, la Costa Media una breve catena tutta sopra i 2000, Cima Mosca 2141, Cima Posta e Cima Cherlong intorno ai 2200, il Monte Plische 1991, va da se che la piramide sommitale di Cima Carega altro non e’ che una delle tante punte rocciose che formano il gruppo, lo stesso nome “Carega” sembra prendere origine dall’idioma alto tedesco “Careige” il quale viene inteso come cima dalle conche rocciose, oppure da cadini (Kar-egge) termine che rispecchia fedelmente la struttura fisica delle sommita’ delle piccole Dolomiti. Il Nodo Centrale prende forma attorno alla valle di Campobrun che confluise poi nella valle d’illasi, via di accesso naturale. Vista anche la relativa facilità di accesso del versante veronese, qui sorgono infatti la quasi totalità dei rifugi presenti nella catena montuosa, anche se alcuni di loro non possono essere considerati dei veri e propri rifugi alpini, diventano però indispensabili punti di appoggio alla grovigliata rete di sentieri che da essi ripartono.

Il gruppo del Carega offre infatti una nutrita lista di sentieri che intersecandosi tra loro permette all’escursionista di effettuare numerose e sempre diverse esperienze dal fresco sottobosco alla assolata pietraia, dalla sicura mulattiera all’aereo e panoramico sentiero, dalle vie attrezzate ai pascoli dell’alpe, oltre alla comodità di averlo quasi sottocasa. Nella parte meriodionale del gruppo si sviluppa la foresta demaniale di Giazza, frutto di una grande opera di rimboschimento, è oggi senz’altro il più bel complesso boscato del veronese, le catene montuose come fiumi e laghi rappresentano ancora oggi, come in passato dei punti di ostacolo e di passaggio obbligato, la valle di Revolto fu per la repubblica Veneta un punto di confine che vide momenti drammatici nella Grande Guerra, gran parte dei sentieri furono infatti costruiti o riassestati dal Genio Militare ai fini difensivi.