Che le dolomiti sappiano sorprendere è cosa risaputa. Eppure, anche dopo decenni di frequentazione, scoprire un piccolissimo angolo del paradiso terrestre è un’emozione pura.L’esclusivo ed invisibile, dalle grandi strade di comunicazione e dal turismo, altipiano di Laste è luogo dal lasciare senza parole.Un concentrato, ristretto di tutte le meraviglie che le dolomiti sanno offrire.Rigogliosissimi boschi di larici cresciuti su di un substrato roccioso vulcanico e, sopra di esso, sono ‘capitati’ chissà come (non è ancora del tutto chiara la genesi) dei grandissimi monoliti di ‘Calcare della Marmolada’ a formare una città di roccia denominata ‘i monoliti di Ronch’, che svettano eleganti e solitari sopra i larici.Il più grande è il Sass de Rocia, lungo quasi duecento metri e largo un centinaio, strapiombante su tutti i lati. E’ spaccato a metà da una crepa larga solo qualche metro, nelle viscere della quale sale una breve, ma non banale, ferrata che conduce con sicurezza alla cima, un enorme ripiano ricoperto da un boschetto di larici sul quale è stato costruito il ‘Bivacco Pian delle Stelle’.Il Sass de la Murada è una specie di enorme vela, affacciato sulla valle del Cordevole in posizione panoramica stupenda. Il suo nome ci ricorda che sulla vetta si trovano i resti medioevali di una torre di vedetta. Da li sopra si poteva comunicare con segnali ottici con il Castello di Andraz, con il castello Sommariva ad Alleghe e con l’Agordino. La via di salita più facile è alpinistica e piuttosto delicata, anche se non difficile.Il Sass de la Gusela (=ago) è una guglia molto elegante e slanciata che svetta per una settantina di metri.E poi tutta una selva di sassi ‘minori’, sparsi in mezzo al fitto bosco. Ai margini di questi ciclopici macini un paesetto lindo e bellissimo, ancora autentico, con la chiesa sul colle e tante belle fontane d’acqua.Proprio sotto i massi le case di Ronch, abitate solamente da qualche anziano.Da questa terrazza naturale lo sguardo spazia sul Col di Lana, sui grandiosi boschi che salgono al Monte Pore e, in secondo piano, sulle Tofane, sul Pelmo e la Civetta.Nel tardo autunno una facile passeggiata che, partendo dalla piazza principale, raggiunga Ronch, giri attorno ai monoliti, s’inoltri nel bosco e salga al rifugio Migon, è una medicina che ricarica cuore e spirito con i colori strabilianti dell’autunno e con quella cosa indescrivibile ed incomunicabile, ma sulla quale la nostra mente è stata modellata, che si può tranquillamente definire la ‘bellezza assoluta’.