Il Trodo (sentiero) dei fiori e’ uno degli itinerari turistici più affascinanti del Nord Est alpino con più di 300 specie di fiori e un panorama indimenticabile sulle Dolomiti e il Lagorai. Sentiero adatto a tutti anche famiglie con bambini, puo’ essere percorso in tre – quattro ore.

Il sentiero botanico parte dal Passo Brocon (quota 1616 m) e, ricalcando in parte vecchie mulattiere risalenti alla Prima Guerra Mondiale, raggiunge i 2050 m del Col del Boia per poi ridiscendere al Passo. Nella sua estensione e’ possibile distinguere dieci diverse tipologie di flora alpina. Ciascuna tipologia e’ evidenziata da apposite stazioncine in legno che recano tavole a colori con le caratteristiche salienti dell’ambiente e delle specie floreali che lo popolano. Inoltre, lungo il percorso targhette in alluminio sono conficcate nel terreno in prossimità delle piante descritte e ne facilitano l’identificazione; posizionate dalla Sat del Tesino in collaborazione con l’amministrazione comunale di Castello Tesino e la commissione sentieri del Trentino. Periodo migliore per visitare il Trodo è la fine di Giugno e il mese di Luglio.

Come è nato il trodo; il suo ideatore Rino Ballerin così racconta. Un giorno di agosto del 1980, ritornando da un giro in montagna, mi sedetti, per riposare un pò, sul bordo di una vecchia trincea sul Col del Boia (non Col della Boia- toponimo errato). La sera era tiepida, il sole al tramonto, l’atmosfera tersa e l’orizzonte limpido, il silenzio assoluto che il lamento delle gròle portato a volte dal vento rendeva meno impressionante. In questa calma mi capitò di osservarmi attorno sempre più attento. Vidi l’Achillea clavennea (la cercavo da tanto) uscire da sotto i calzoni e a lato dei scarponi vidi genziane, dafne, campanelle, silene, sassifraghe, e tanti bellissimi fiori: alzando lo sguardo si ammiravano il Grappa, l’Ortigara, la Valsugana, Cima Trento, Cima D’Asta, il Monte Cauriol, e la catena dei Lagorai, la Marmolada, e le Pale di S. Martino; vidi insomma, forse per la prima volta il mondo. Scrissi più tardi agli amici del circolo culturale “Zent Trentina” invitandoli a prendere insieme l’iniziativa di sistemare e attrezzare un “Sentiero botanico del Col del Boia” in modo da renderlo facile passeggiata sicura, gradevole ed istruttiva per tutti quelli che volessero salire. Così nacque il “Senter dei fiori” ribattezzato poi “Trodo dei Fiori”. Trodo è termine dialettale autoctono (dal greco “triodion”= via campestre , o anche dal latino “tractus” nel senso di distanza fra due luoghi) che significa: sentiero, viottolo.

Tappa numero 1  : Pascolo erboso grasso. Suolo ricco di humus con spessore del terreno piuttosto profondo. Ospita solitamente piante nitrofile.

Tappa numero 2  : Microambiente ruderale. Ambiente ipercalcico per presenza di calce, umidità permanente fra i sassi. Terreno neutro ai piedi dei muri volti a nord-est

Tappa numero 3  : Ambiente a cariceto. Terreno argilloso di spessore variabile , piuttosto arido e alcalino. Con rocce affioranti esposte a sud.

Tappa numero 4  : Ambiente a nardeto. Pascoli aridi a vegetazione degradata , a forte calpestio animale. Suolo ad acidità superficiale.

Tappa numero 5  : Ghiaione . Terreno molto arido che non trattiene le acque, adatto a piante pioniere molto rustiche.

Tappa numero 6  : Ambiente ad Alte erbe. Suolo abbondante sopra rocce calcaree, grasso e umido, pascolo ricco . Al limite della vegetazione arborea.

Tappa numero 7  : Boscaglia d’altitudine. Ecosistema singolare a substrato roccioso umido, suolo arricchito dalla fermentazione del fogliame caduco. Coperto ampiamente da muschi .

Tappa numero 8  : Ambiente roccioso. Pendio o camminamento in roccia, con pochissimo terreno di copertura o fra le fessure. Le piantine mandano lunghissime radici in cerca di umidità.

Tappa numero 9  : Prato acido, roccia umida, vallette nivali. Suolo esposto a nord, per sei mesi coperto di neve, per sei mesi con poco sole e vento freddo . Ciclo vegetativo brevissimo.

Tappa numero 10 : Mulattiera. Rocce affioranti verticali, a monte per opere viarie militari, prato magro di alta quota, verso valle.