C’è una data importante nella vita di Auronzo, che segna una trasformazione quasi genetica del suo territorio: è il 1930, anno in cui iniziano i lavori di costruzione della diga che, sbarrando il corso dell’Ansiei, darà origine a un invaso lungo circa due chilometri. Così là dove il torrente scorreva tra prati, gli scavatori spostarono 55.000 mc. di terreno ed un manufatto in calcestruzzo rivestito in pietra, alto 55 metri con uno spessore variabile tra i 35 metri della base e i 5,5 metri della sommità, chiuse il bacino. I lavori procedettero rapidamente sì che il 1 gennaio 1932 prese avvio il normale esercizio della diga di S. Caterina, dal nome della chiesetta cinquecentesca, alle cui linee si ispirarono i progettisti della cabina delle opere di presa, demolita negli anni ’70. Intorno all’antico edificio poi sorsero le abitazioni dei guardiani e dell’assistente idraulico in connubio inusuale tra spiritualità e tecnologia. Per completezza d’informazione va detto che ad Auronzo esisteva già la centrale di S. Osvaldo (1910-12) per l’utilizzazione delle acque di Pian da Barco, una delle prime realizzazioni di un vasto piano, inizialmente episodico poi coordinato, di sfruttamento delle risorse idriche dell’intera provincia di Belluno, avviando senza eccessive preoccupazioni per l’ambiente nel 1908 (centrale di Ponte della Serra) e concluso nel 1963 (Vajont). Varie imprese private (Società forze idrauliche dell’Alto Cadore, SADE, i gruppi di Marco Barnabo e Valentino Vascellari) nazionalizzate nel 1962 dall’ENEL, investirono nella produzione di energia elettrica, il cosidetto carbone bianco, necessaria soprattutto al polo industriale di Marghera. Sulle acque del lago si svolge il Gran Premio Motonautico del Cadore, con la partecipazione di equipaggi in lizza per titoli europei e nazionali, e nei primi anni anche mondiali. Inoltre si svolgono anche i campionati di Canoa all’inizio di ogni stagione. Dal 1988 funziona un nuovo stabilimento turistico-sportivo che contribuisce ad assegnare ad Auronzo l’appellativo di “Spiaggia delle Dolomiti”.