I Lagorai rappresentano l’angolo di natura più intatta del Trentino. La catena si allunga dal Passo Manghen al Passo Rolle per una lunghezza di circa 35 km e nel loro ultimo tratto, nel settore che gravita intorno al Colbricon e al Passo Rolle, sono inseriti nel Parco naturale Paneveggio – Pale di San Martino. E’ estremamente difficile ritrovare su Alpi o Prealpi una zona montuosa così vasta e così poco interessata da opere dell’uomo. Da sempre, ed ancora oggi, i Lagorai sono infatti le montagne dei pastori che risalgono da tempi immemorabili lungo le boscose vallate per raggiungere i pascoli d’alta quota, ultimo manto vegetale prima delle pareti rocciose, rese aspre e tormentate dalla loro natura litologica. Qui, infatti, non ci si trova davanti ne a dolomite ne a calcari, rocce di tipo sedimentario, ma a porfidi, rocce eruttive formate prevalentemente da quarzo e ortoclasio. I Lagorai non sono quindi montagne banali; sono solo solitarie. Attributo che, se vogliamo, le rende ancora più ricercate dal punto di vista naturalistico ed escursionistico. Per provare che quanto si dice è vero è sufficiente percorrere il trekking dei Lagorai, il cosiddetto “Traslagorai”: pietraie, passaggi esposti, tratti attrezzati, silenzi ormai innaturali, punti di appoggio scarsi: insomma, un trekking d’altri tempi nella provincia che è un po’ la patria dell’escursionismo. La rete di sentieri segnalati sfrutta, in moti casi, mulattiere e piste costruite durante la prima guerra mondiale. Qui, infatti, lungo il crinale, passava il fronte Italo – Austriaco, fronte difeso ad ogni valico e ad ogni punta da trincee austriache. Le battaglie più cruente furono quelle sul Monte Cauriol e infatti oggi l’omonimo rifugio rappresenta in pratica un museo della Grande Guerra visti i reperti che conserva. Molto attraenti dal punto di vista escursionistico, oltre che le vette, i numerosi laghi naturali che costellano soprattutto il versante settentrionale della catena.