Baldovin Carulli nel Comune di Lozzo

La ditta dei fratelli Baldovin Carulli aveva costruito nel comune di Lozzo nel 1915 una centralina in fondo al paese in località “Ronzie” su progetto dell’ing. De Zolt. Nel 1916 erano state già costruite le opere “…. per derivazione d’acqua dal Rio Rin presso l’abitato di Lozzo di Cadore per produzione di forza motrice a scopo industriale e precisamente per lavorazione del legname….”.

In data 24 agosto 1926 il podestà comunicava ai fratelli Baldovin Carulli l’approvazione delle “domanda per la concessione del permesso di passaggio con tubazione di cemento per la conduttura lungo la strada vicinale Spesse-Manadoira dell’acqua necessaria all’impianto di un’officina per la produzione dell’energia elettrica”.

Il 20 novembre 1926 la ditta dei fratelli Baldovin Carulli aveva già presentato al presidente del Regio Magistrato alle Acque il progetto del geom. Marco Baldovin per la realizzazione della conduttura dell’acqua lunga 662,35 m, del diametro di 30 cm e un salto di 70,16 m, per far funzionare i motori dell’impianto della centralina.

Nella centralina ci sono: una turbina Pelton tipo svizzero, n. 53 con getto ad ago; un regolatore di velocità ed un alternatore trifase acquistati nel novembre 1926 dalla ditta “Officine – fonderie A. Pellizzari e figli di Arzignano (Vicenza); una turbina Pelton, reostati ed alternatore trifase acquistati nel maggio 1929 presso la ditta “Ercole Marelli e C.S.A. “ filiale di Padova. I due gruppi turbina-alternatore  hanno una potenza complessiva di 32,77 HP.

Dalle concessioni di acqua pubblica ad uso industriale della provincia di Belluno degli anni ’30 risulta che i fratelli Baldovin avevano una concessione dal 26.06.1928 per anni 30. Nel 1958 per rinnovare questa concessione la ditta Baldovin Giovanni fu Gaspare dovette ripresentare i rilievi dell’impianto idroelettrico sul Rio Rin “Le Spsse-Lozzo”.

L’alluvione del 1966 distrusse parte della condotta e la centralina rimase inattiva per qualche mese.

Nel 1989 l’azienda Baldovin Carulli dovette rinnovare la concessione dell’acqua ripresentando i rilievi dell’impianto effettuati dall’Impresa Hydroenergy  s.r.l. di Belluno.

Le spese sostenute nell’anno 1928 per l’impianto dell’officina per la produzione d’energia elettrica furono pari ad un totale di L. 225.207. Tra i costi maggiori vi erano: costruzione e trasporto di n. 452 di tubo in cls armato a L. 96 al ml per un totale di L. 43.416; ml 209,75 di tubi in acciaio dagli stabilimenti di Dalmine Bergamo a L/ml 160 per un totale di L. 33.913; costruzione centralina in cls armato per L. 10.750; gruppo turbina alternatore Pellizzari per L. 33.027; gruppo turbina alternatore Marelli per L. 36.074; quadro di manovra per L. 1.920; costruzione linee di trasporto di energia per L. 40.500.

La centralina inizialmente serviva l’intero paese mentre oggi fornisce energia elettrica a circa 200 utenti.

L’acqua in uscita dalle turbine per mezzo del canale di scarico viene restituita alla roggia sottostante che un tempo alimentava vari opifici.