Il continente spariva gradatamente sotto le onde e il mare entrando rendeva fertili la valle zoldana e altri luoghi, per poi ritirarsi dopo aver creato valli e piedestalli su cui poggiano le Dolomiti. Dai monti allora si scioglievano gradatamente i ghiacciai creando i torrenti e scavando sempre più la valle; e ancora questo movimento dei ghiacciai creava terra fertile. Dopo il ritiro dei ghiacciai, tutto si rivestì di piante e alberi, faggeti ed abetaie, ed in questi pascoli gli uccelli avranno il loro paradiso. Sorsero anche laghetti meravigliosi e ne abbiamo di abbondanti sulle conche paludose di Cibiana, Staulanza, Val di Pramper, di San Bastian, Casal, Ciamber, Pralongo, Prà Toront ed altri. Nell’alto, sotto il Punta, ebbero felice dimora i corvi, mentre nei numerosi stagni e laghetti, le rane che erano molto più grandi di quelle attuali. E’ ancora un mistero chi le portò a questa altezza e in climi così freddi. Gli altri animali che si trovavano nei boschi, quali lupi, orsi, cinghiali, gatti selvatici, caprioli avevano trovato modo di vivere in accordo tra loro. I corvi e le rane non avevano mai avuto contrasti anche per il diverso modo che avevano di portare avanti la loro vita. In una certa festa dell’anno degli animali di questa comunità, si svolgeva anche un concerto e alle rane e al corvi venne dato il ruolo di accompagnamento: le prime facevano il contrabbasso, i secondi il tamburo. Le rane arrivarono in massa e gracidando coprirono il gracchiare dei corvi che fecero una brutta figura di fronte agli orsi, la cui tribù principale viveva a Forno e che dirigevano il coro con nodosi rami di pino. Da quel momenti i corvi dichiararono guerra alle rane: le rane non appena i corvi si avvicinavano alle rive dei laghetti per dissetarsi, saltavano loro addosso per soffocarli, mentre i corvi a loro volta, Se trovavano qualche rana isolata, la uccidevano a colpi di becco per poi portarsela via e divorarla in pace. Le rane cercarono, risalendo il Ru Gaf, di dar battaglia ai corvi presso Casal, ma le civette diedero l’allarme e le rane si dovettero ritirare nascondendosi nelle scure acque del ru. Per mettere fine a questa guerra intervennero gli orsi che pensarono di confinare tutti i corvi sull’altopiano di Casal e le rane nel laghetto di Prà Toront. Il confine fu stabilito sul pianoro di Campo e Sommariva, dove vivevano i gatti selvaggi. Non ci furono così altri scontri. Un vecchio libro scritto dal dottor Piloni di Belluno nell’anno 1607 ricorda in proposito: “Et nel Belluno nel Contado di Zoldo, è un terreno prativo che alla luna di Marzo li huomini che vanno sopra questa terra, et ivi stanno ragionando, veggono sorgere una numerosa quantità di rane, buonissime da mangiare; né si vede dove vengano, né dove vanno ad arrivare: né ad altro tempo che a questa Luna se ne ritrova alcuna per miracolo In quel loco.” All’affacciarsi della primavera gli alpigiani ancora si recano al laghetto e lungo le sue rive le sere buie accendono i falò con rami di larice, e rompono lo strato di ghiaccio e dai crepacci sorgono le rane curiose, che vengono catturate.