Lo Spiz Zuel (o Col de l’Agnelessa) è un singolare ed isolato rilievo che s’erge sulla destra del Maè, a nord-ovest di Forno di Zoldo. Regno ancor oggi di pacifiche mandrie di vacche e cavalli, coi suoi 2033 metri si propone come suggestivo balcone panoramico proteso verso il Civetta e il Pelmo a nord e verso la Cima Nord di S. Sebastiano e lo Spiz di Mezzodì a sud. La strada dalla Casera della Grava alla vetta conserva intatte le caratteristiche originarie, tipiche di un’arteria militare: costruita nel 1916 sotto la direzione del Ten. Alberto Alpago Novello, è larga circa 2 metri e con una pendenza media del 10%. Essa presenta un acciottolato a regola d’arte per l’intero tracciato e anche la grande fontana di quota m 1930 è ancora al suo posto, con la vasca, meta continua delle mucche che, ordinatamente e a turno, vengono ad abbeverarsi. La sommità del monte consta di una dorsale lunga circa 500 m, quasi ortogonale rispetto alla valle sottostante e coperta di pini mughi e larici. Due gibbosità rompono l’uniformità del rilievo (quote m 2035 e m 2038) e costituiscono lo Spiz de l’Agnelessa propriamente detto, mentre lo Spiz Zuel è individuato in alcune carte nella quota m 1984, leggermente distaccata in direzione est, verso Fusine. La dorsale è percorsa sul versante sud, ovvero sul rovescio della posizione, da una mulattiera di collegamento, naturale completamento della strada militare, che doveva servire le postazioni in galleria, ma che appare appena sbozzata, con molti muri di scarpa e controscarpa solo iniziati o addirittura tutti ancora da costruire. Due bei crocifissi a quota m 1984 circa, non molto distanti l’uno dall’altro, e dei quali risulta antico e drammaticamente sofferto soprattutto quello più ad ovest, chiudono idealmente la balconata prima che il sentiero imbocchi, in prossimità dei resti di un blockhaus la discesa verso il sottostante col Campioi (m 1804) e le baite di Canazzé di Sopra e di Sotto. Sulla dorsale il Ten. Alpago Novello progettò e realizzò un complesso sistema di gallerie, il cui sviluppo complessivo era di ben 340 metri e i cui 2 imbocchi sono facilmente raggiungibili tramite la suddetta mulattiera, uno a quota m 1981, l’altro a quota m 1977, dove tra l’altro sono riconoscibili ancora le fondamenta della costruzione voluta per ospitare il gruppo elettrogeno utilizzato per le perforatrici. La prima galleria (ad ovest) penetrava nella roccia con andamento rettilineo e direzione nord-est per circa 60 m, piegando poi a sinistra e dividendosi in due bracci distinti, diretti a due caverne per medi calibri, rispettivamente a quota m 1983 e a quota m 1979. La seconda galleria, con andamento più arcuato, volgeva per 35 m verso ovest, per poi piegare ad est verso altre due caverne, a quota m 1976 e m 1970. A circa metà del loro percorso le due gallerie erano messe in comunicazione tra loro da uno scavo di circa 30 m. La prima postazione in caverna era concepita per battere con un medio calibro verso Forcella Coldai e Forcella Alleghe, la seconda e la terza puntavano invece verso la strada che da Passo Staulanza scende a Pecol di Zoldo, mentre la quarta infine controllava le provenienze dal Cadore attraverso il Pian di Ritorto e Forcella Chiandolada. Se l’ingresso della prima galleria è percorribile solo per pochi metri a causa del franamento della volta, nella seconda galleria si può procedere per circa 25 m prima di trovarsi il passo sbarrato da massi caduti dalla volta. A quota m 1980 circa, su un pulpito naturale proteso sul Col de la Bissa e dominante tutta la valle di Zoldo, rimangono le tracce (muretti a secco) di un blockhaus-osservatorio, mentre non molto distante, in direzione est, a quota m 1985, si riconosce il pinnacolo roccioso su cui fu ricavato, con l’ausilio di grossi tronchi congiunti, un altro blockhaus “piccolo”, servito sul rovescio da un camminamento coperto, il cui fondo è ancor oggi percorribile per diversi metri. Dalla quota m 1990, sulle creste sommitali, diverse stradine con muri a secco di scarpa e controscarpa servivano altrettante piazzole per medi calibri e trincee difensive, fino alla quota m 1984. Sono inoltre visibili ancor oggi i due spianamenti sui quali sorgevano i baraccamenti militari che per due anni ospitarono militari, operai e materiali. Il primo è a circa 100 m prima della fontana, a monte della strada, il secondo si trova a circa 50 m ad ovest della fontana, dominato dal blockhaus “piccolo”.