Il passo di Praderadego: antico passaggio che collegava gia’ in epoche lontane la vallis mareni, dominio incontrastato della nobile famiglia Brandolini dal 1436 al 1797, con il montuoso Bellunese, ricco di legname, indispensabile per la Repubblica di Venezia. Oggi il passo viene associato da studiosi di indiscussa fama al tracciato dell’imperiale Claudia Augusta Altinate, antica via romana di tipo militare, che fu completata per ordine dell’imperatore Claudio nel sec. I d.C. affinche’ collegasse Altino, florido porto romano, con Ausburg, la romana Augusta, nel cuore dell’Europa.
Da anni gli studiosi piu’ accreditati cercano il suo tracciato originale, esso, tuttavia, rimane ancor oggi un mistero irrisolto. Ricerche ed ipotesi individuano diversi possibili percorsi in forza anche delle diverse esigenze dell’impero: militari, commerciali, sociali, etc. E’ molto probabile che Praderadego sia uno di questi sen non addirittura, come molti sospettano, la strada militare stessa. Nei dintorni del passaggio, infatti, e’ stato localizzato un sito di rilevante importanza di epoca tardo romana – alto medioevale, diversi oggetti quali monete e utensili della vita quotidiana e tratti di selciato dalle caratteristiche tecniche e costruttive tipiche delle strade romane.
Partiva da Altinum, la ‘Venezia Romana’, la più importante città a vocazione soprattutto militare della Decima Regione Romana (Triveneto e Istria, il ‘Giardino d’Italia’ per definizione di Cicerone), centro di smistamento del grande porto mercantile sull’Adriatico e porta verso i confini nord-orientali dell’impero. Conduceva in Rezia, la regione centrale dell’area germanica danubiana e bavarese. E’ così chiamata (da noi moderni) in ricordo dell’imperatore Claudio che, attorno al 46 d.C., potenziò la traccia segnata dalle campagne alpine e contro i Reti, attorno al 15 a.C., dal padre Druso, facendone un vero e proprio sistema infrastrutturale militare. Lungo tutto il tragitto vennero edificati castelli, torri, ponti e città, che sopravvissero alla caduta dell’impero e furono, sia pure a tratti isolati, infrastrutture vitali dell’economia medioevale.
Va sottolineato il fatto che la strada di epoca romano-imperiale, per gran parte del suo tragitto ricalca più antichi tratturi e vie di comunicazione esistenti fin dal Neolitico pastorale e in parte già in uso nel Mesolitico se non addirittura nei preistorici percorsi del Paleolitico Superiore. Attualmente l’ipotesi più accreditata fa correre il percorso da Altino, l’antica città paleo-veneta, Treviso a Falzè di Piave. Da qui le opinioni divergono ed è ipotizzabile una biforcazione per arrivare a Feltre. Una via più breve ma insicura e non sempre praticabile, lungo la paludosa gola del fiume Piave, per Quero, Anzù e Feltre e l’altra più sicura e praticabile, ma più lunga e faticosa, per Soligo, Follina, passo di Praderadego, castelli di Zumelle e Castelvint quindi Cesana, oppure Cesiomaggiore, e Feltre. Il fatto che passasse per alti valichi montuosi conferma le ipotesi di tracciati preistorici che diffusamente transitavano attraverso le alture evitando i fondovalle paludosi ed insicuri. Praderadego dunque, valico posto tra le rigogliose Prealpi Trevigiane, contemporaneamente ad un suggestivo paesaggio, dove la bellezza e armonia della natura regnano ancora sovrane, suggerisce in piu’ un interessante viaggio a ritroso nella storia.