A Vittorio Veneto l’itinerario della Grande Guerra parte, sicuramente, dal Museo della Battaglia. Si può, quindi continuare con un importante sito “all’aperto” che racconta dell’anno di occupazione: Perdonanze Stellung.Stellung è termine tecnico con il quale veniva definita, nel sistema austro-ungarico, ogni postazione di difesa. Ad esempio di Stellung è disseminato l’Altopiano carsico, il Massiccio del Grappa, la linea di difesa dolomitica. Tale temine viene frequentemente ritrovato nella cartografia militare del tempo. Nello specifico la contiguità della zona di Vittorio Veneto alla linea del Piave (area nevralgica della logistica e dei comandi divisionali), imponeva l’apprestamento di aree di difesa che si affacciassero sulla piana di Sernaglia e del Soligo. La località Perdonanze (da cui il termine Perdonanze–Stellung), per orografia specifica, si prestava particolarmente a questo scopo. Dai rilevamenti aerei condotti è facile osservare un sistema trincerale sulle pendici sud-est del Monte Altare costruito con la classica linea “a greca” che si estende per alcuni chilometri. La trincea “Perdonanzestellung” è stata costruita da truppe austroungariche nel 1918, per completare la cintura delle posizioni fortificate che circondavano Vittorio Veneto da ovest, e fa parte di un intero sistema che ne comprende altre simili. Oltre al normale controllo, la sua funzione consisteva nell’individuare e segnalare la direzione di marcia delle colonne, fornire aggiornamenti ai comandi militari della Città e dati di tiro su eventuali bersagli segnalati.La trincea è profonda a sufficienza per permettere ai soldati di camminare liberamente in piedi senza curvarsi. Il fondo è realizzato con una buona pendenza ed è provvisto di una base di ciottoli, che, in caso di pioggia, consentono il defluire dell’acqua piovana, in questo aiutato da uno scarico che la indirizza verso valle, impedendo il formarsi di fango. All’altro capo della trincea era stata ricavata una baracca con tetto in lamiera, dove si riposavano e riparavano i soldati non in servizio. Da qui partivano le linee telefoniche per il collegamento con i vari centralini e comandi. L’entrata e l’uscita era permessa da una o due scale di legno, appoggiate sui lati. Per le sue normali funzioni la trincea disponeva di un gruppo di 4/5 uomini al comando di un sottufficiale, ma in caso di allarme poteva contenere un plotone o più (12/15 militari).Il lavoro di recupero, effettuato con attività manuale e logistica del Coro ANA di Vittorio Veneto, durato alcuni mesi, è quindi un’importante restituzione di un rilevante sito della Prima Guerra Mondiale.