“Mascabroni” è il nome di un ardimentoso manipolo di soldati italiani che scesero, “di bianco vestiti”, dalla punta Nord di Cima Undici direttamente al passo della sentinella, conquistandolo e compiendo, nel contempo, il primo percorso alpinistico del gran canalone di neve. Era il 16 Aprile del 1916. Una grande impresa, non solo bellica. Così commentata dall’Asp. Unterkreuter, Ufficiale austriaco che seguì la scena dalla vicina Croda Rossa: “Quale soldato mi fu doloroso assistere a tale catastrofe unicamente attraverso il cannocchiale, senza poter fare assolutamente nulla per concorrere a tentar di evitarla. Quale alpinista ho goduto lo spettacolo magnifico di quegli uomini, tutti vestiti di bianco, che si precipitarono lungo il ripido canalone per corde, formando in brevissimo tempo, da Cima Undici Nord fin giù alla Sentinella, una catena vivente, lungo la quale essi riuscirono a giungere fin sulla posizione del Passo”.

“Mascabroni”, che nel gergo di Cima Undici voleva dire gente rude, ardita, non curante dei disagi e, se vogliamo, anche un po’ strafottente al modo alpino, ma sempre generosa e pronta a dare in qualunque momento il proprio sangue per la patria e per i compagni…. È un nome che io davo a quei soldati che durante lo svolgimento della difficile impresa si dimostrarono i più arditi, i più tenaci nell’affrontare le difficoltà, pieni di fede nel successo, un po’ “brontoloni”, ma in definitiva sempre di buon umore e sostanzialmente molto disciplinati; gente tutto cuore e tutta sostanza; poca forma, che molto spesso è ipocrisia. Gli alpini, poi sono brontoloni di natura, non per indisciplina; bisogna conoscerli a fondo per poterli giudicare».

Oggi la Cima Undici è muta, pulita e solitaria; confine fra storia e leggenda; fra Cadore e Pusteria; fra la spregiudicata e sorniona cultura italiana e quella pacata e parca della Mitteleuropa. La vita grama degli anni neri della grande guerra è solo un ricordo che ha lasciato sul posto innumerevoli testimonianze, resti di legno spugnoso seccato dal sole e pezzi di corda carbonizzata dal tempo e dalle intemperie.

Da Dolomiti – Escursioni scelte. Ed. Panorama